Gli incentivi Ricerca&Sviluppo e Formazione 4.0. prevedono benefici per l’azienda sottoforma di credito d’imposta. L’articolo 1, commi da 53 a 57, della legge 244/2007, stabilisce che i crediti d’imposta agevolativi possono essere utilizzati in misura non superiore a 250mila annui, limite unico riferito a tutti i crediti. Questa limitazione, come indicato anche nell’articolo de “Il Sole 24 Ore” del 26 settembre 2018, “non vale però per tutti i crediti; tra i più importanti non soggetti a limiti di utilizzo si possono ricordare il credito d’imposta per gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo di cui all’articolo 3 del Dl 143/2013 e successive modificazioni, e quello per le spese di formazione del personale dipendente nel settore delle tecnologie previste dal Piano nazionale industria 4.0., introdotto a valere dal 2018 dalla legge 205/2017. Viceversa, è soggetto al limite l’incentivo riferito agli investimenti pubblicitari incrementali su quotidiani, periodici e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, di cui all’articolo 57-bis, comma 1, Dl 50/2017”. Nel caso in cui il credito di imposta non sia utilizzato, in tutto o in parte nel periodo di imposta successivo a quello i cui costi eleggibili sono stati sostenuti, l’ammontare residuo potrà essere fruito secondo le ordinarie modalità di utilizzo del credito, anche nei successivi periodi di imposta. L’articolo specifica inoltre che “Il dipartimento delle Finanze ha precisato che il limite di 250mila euro si cumula con il limite annuo generale alle compensazioni di 700mila, nel senso che ove il limite generale non sia interamente sfruttato, esso può essere utilizzato, per la differenza, a fronte di crediti agevolativi da quadro RU, anche oltre lo specifico limite degli 250mila euro”. Oltre ai crediti d’imposta per attività di Ricerca&Sviluppo e Formazione 4.0 si segnala che sono esclusi dal limite di utilizzo dei 250mila euro i crediti d’imposta derivanti dagli incentivi per l’acquisto e la rottamazione di veicoli. Il limite invece rimane per il credito d’imposta riferito agli investimenti pubblicitari incrementali previsti dal bonus pubblicità.