Credito d’imposta per investimenti pubblicitari: le novità
È stato approvato un intervento di modifica al credito d’imposta per investimenti pubblicitari incrementali. Le modifiche sono presentate nel testo della legge di conversione del DL n. 59/2019 su sport e cultura, approvato in Senato il 6 agosto 2019.
L’intervento rende strutturale il credito d’imposta, stabilendo che l’erogazione del contributo si avvarrà delle risorse del Fondo per il pluralismo e l’informazione a partire dal 2019.
Le ultime modifiche inoltre stabiliscono un’aliquota unica per il credito d’imposta, pari al 75% delle spese incrementali. Viene quindi eliminata la maggiorazione al 90% prevista precedentemente per le micro, piccole e medie imprese e per le start-up innovative.
Infine, vengono stabilite le scadenze per le domande di contributo per investimenti sostenuti nel 2019, che potranno essere presentate dal 1° al 31 ottobre 2019.
Credito d’imposta: cosa prevede l’incentivo e come richiederlo
Il “bonus pubblicità” consiste in un credito d’imposta pari fino al 75% del valore incrementale degli investimenti pubblicitari effettuati nel 2019 rispetto all’anno precedente.
Il credito è riconosciuto per gli investimenti pubblicitari incrementali (programmati ed effettuati) relativi a due tipologie di media:
- stampa (giornali quotidiani e periodici, locali e nazionali);
- emittenti radiofoniche e televisive a diffusione locale.
Il credito è fruibile in compensazione, tramite il modello F24.
Per accedere al credito, è necessario effettuare domanda telematica tramite sito dell’Agenzia delle Entrate. A seguito della presentazione delle domande, l’Agenzia delle Entrate provvederà a verificare se l’ammontare del credito richiesto supera lo stanziamento disponibile. In caso di superamento, si provvederà ad una ripartizione percentuale delle risorse tra tutti i richiedenti aventi diritto. Dunque, potrebbe accadere che la percentuale di credito effettivamente fruibile sia inferiore all’aliquota del 75%. Nel 2018, a seguito di riparto, le percentuali di credito erano state ridotte al 23% per investimenti in pubblicità tramite radio e televisioni, e al 23% per investimenti su stampa.