La Vicepresidente dell’Autorità Garante Privacy – Augusta Iannini – osserva come le realtà professionali meno pronte ad accogliere il cambiamento abbiano vissuto l’entrata in vigore del GDPR come l’ennesimo obbligo a cui far fronte per scongiurare la minaccia di sanzioni.
La Vicepresidente, tuttavia, suggerisce di non considerare il GDPR come un freno, un paletto o come un peso da caricarsi sulle spalle: il Garante, infatti, svolgerà un ruolo di supporto e non solo di controllore. È necessario prendere confidenza con le nuove figure introdotte, in primis con il Data Protection Officer: un ruolo che richiede competenze ed esperienza diretta “sul campo”. Ad Oggi non si può affermare se l’introduzione del GDPR abbia portato con sé più vantaggi o svantaggi; certamente il più ampio gap da colmare rimane quello legato alla percezione del rischio: i cittadini ancora faticano ad intuire quale sia il reale valore dei dati e ad attribuire loro la giusta attenzione. È necessario, dunque, creare sinergie, non lasciando le aziende sole in questo processo di transizione e adeguamento non sempre privo di difficoltà.