Con il decreto Dignità, diventano più stringenti i criteri per l’iperammortamento, applicabili agli investimenti, in chiave Industria 4.0, effettuati successivamente al 14 luglio 2018. Le norme sono contenute nell’articolo 7 del Decreto Dignità (Dl 87/2018). I beni iperammortizzabili devono essere destinati a strutture produttive situate in Italia. Nel caso in cui, dopo aver acquistato un bene strumentale con la maggiorazione al 150%, questo viene ceduto o destinato a strutture estere (delocalizzazione), bisogna restituire le quote di ammortamento già utilizzate e a cui non si ha più diritto. Queste regole si applicano agli investimenti effettuati successivamente all’entrata in vigore del decreto dignità (17 luglio 2018)
Le operazioni precedenti non prevedono restrizioni anti-delocalizzazione. Si tratta di norme più restrittive rispetto a quelle ordinariamente previste in caso di cessione del bene: la circolare dell’Agenzia delle Entrate 4/2017 chiarisce infatti che, se un macchinario per il quale è stato utilizzato l’iperammortamento viene ceduto prima della completa fruizione dell’agevolazione, non si possono utilizzare le quote non ancora ammortizzate (nemmeno dal soggetto che acquista il macchinario), ma non bisogna restituire nulla. Importante: le norme antidelocalizzazione non si applicano nel caso in cui l’impresa faccia investimenti sostitutivi, ovvero delocalizzi i beni agevolati dopo averne acquistati di nuovi con caratteristiche tecnologiche analoghe o superiori. Altra precisazione importante: le norme antidelocalizzazione non si applicano nel caso in cui l’impresa faccia investimenti sostitutivi, ovvero delocalizzi i beni agevolati dopo averne acquistati di nuovi con caratteristiche tecnologiche analoghe o superiori. In questo caso restano valide le norme previste dai commi 35 e 36 della legge 205/2017, che prevedono la possibilità di continuare a utilizzare l’iperammortamento 4.0.
Non si applicano le restrizioni antidelocalizzazione previste dal Decreto Dignità), quando i macchinari vengono utilizzati in diversi siti produttivi dell’impresa, alcuni dei quali all’estero.