In data 20.06 u.s., la Commissione speciale per gli atti del Governo, dopo un lungo iter di audizione di esponenti del mondo associativo, imprenditoriale e dell’accademia, ha rilasciato parere favorevole allo schema di D. Lgs. di armonizzazione dell’ordinamento nazionale a quanto disposto dal Regolamento (UE) 679/2016 in materia di privacy. Il menzionato parere, tuttavia, contiene molte richieste di modifica del testo, pur approvandone l’impianto generale.
Tra le modifiche richieste, spiccano le seguenti:
- Abbassamento a 14 anni di età per esprimere il consenso autonomo al trattamento dei dati nei servizi della società dell’informazione. Il consenso del minore, altresì, va reso significativo attraverso l’utilizzo di un linguaggio chiaro e semplice;
- tra le finalità di interesse pubblico rilevante che autorizzano il trattamento di particolari categorie di dati, si chiede che vengano contemplati: la tenuta dei pubblici registri relativi a beni mobili o immobili, la documentazione dell’attività istituzionale di organi pubblici, le finalità direttamente connesse all’espletamento di un mandato elettivo e alla gestione dell’assistenza sanitaria;
- si richiede che il Garante individui, in un elenco tassativo, idonee misure di sicurezza, ovvero specifiche modalità di accesso selettivo ai dati sanitari, nonché ogni altra misura necessaria a garantire i diritti degli interessati al trattamento di tale categoria di dati;
- si richiede che la violazione dalla quale possa derivare l’applicazione di una sanzione amministrativa, venga notificata all’interessato di violazioni e non meramente “comunicata” e si chiede, altresì, che il 50% dei proventi annui delle sanzioni venga destinata alle attività di ispezione, sensibilizzazione e attuazione del GDPR svolte dal Garante;
- per la fattispecie di trattamento illecito dei dati riferibili a un rilevante numero di persone, il Parlamento chiede di inserire, oltre alla finalità del profitto, anche quella del danno all’interessato;
Ebbene, in definitiva: nessuna abrogazione integrale del Codice della privacy, ma ampie rivisitazioni. Il parere delle Commissioni parlamentari si chiude con la richiesta al Garante di valutare la possibilità di non irrogare sanzioni alle imprese, ma solo ammonimenti/prescrizioni di adeguamento per un periodo non inferiore a mesi 8 dell’entrata in vigore del Decreto legislativo.