Il disegno di Legge 726/18, assegnato alla Commissione Giustizia del Senato, mira a introdurre l’obbligatorietà del Modello del Modello organizzativo 231/2001 in materia di responsabilità da reato degli Enti.
In particolare, viene contemplata l’aggiunta del nuovo comma 3bis all’art. 1 del D.lgs 231/2001.
La previsione si riferisce alle Srl, Spa, Sapa, alle società cooperative e alle società consortili che, in uno degli ultimi tre esercizi, abbiano riportato un totale dell’attivo dello stato patrimoniale non inferiore a 4,4 milioni o ricavi delle vendite e delle prestazioni non inferiori a 8,8 milioni. Il medesimo obbligo vale anche per le società che controllano una o più Srl, Spa, Sapa, società cooperative e società consortili che fuoriescano dai limiti stessi.
Il nuovo comma assoggetta agli enti suddetti l’obbligo di approvare il Modello e di nominare l’organismo di vigilanza, incaricato di far rispettare il modello stesso, nonché di depositare la relativa delibera del Cda o dell’assemblea dei soci, o decisione dell’organo amministrativo (in caso di violazione, è previsto il pagamento di sanzione amministrativa).
Vale la pena segnalare che è diffusa la convinzione che, seppur in mancanza di obblighi formali, l’adozione del Modello 231già configuri un dovere per gli enti: questa tesi risulta confermata da diversi atti di normazione regionale o settoriale.
Il Ddl 726 fonda proprio su questa presa d’atto l’esigenza di rendere ancora più efficace lo strumento 231, “ufficializzandone” l’obbligatorietà.