Emergono le prime informazioni in merito al nuovo piano di Transizione 4.0 che sarà valido sino al 2022 (l’attuale è in scadenza a fine 2020):
– il periodo minimo di compensazione dei crediti d’imposta scende dagli attuali 5 a 3 o 1 anno;
– nel caso dei beni strumentali funzionali alla digitalizzazione (l’ex iperammortamento) si potrà fruire del credito già dall’anno dell’investimento;
– per i beni strumentali materiali non 4.0 (l’ex superammortamento) l’aliquota per il 2021, salirà dal 6% al 10%;
– per i beni funzionali allo smart working l’aliquota salirà al 15%;
– ai beni immateriali (software) non legati a processi 4.0 viene riconosciuta l’aliquota al 6%;
– Il credito d’imposta per i beni interconnessi 4.0 viene così articolato:
- nella prima fascia, nel 2021, il limite di investimento sale da 2,5 a 4 milioni e il beneficio fiscale dal 40% al 50%, poi nel 2022 si torna ai livelli attuali;
- nella seconda fascia, da 4 milioni a 10 milioni, il beneficio sale dal 20% al 30% nel 2021, poi nel 2022 si torna ai livelli attuali;
- per investimenti oltre 10 milioni (e fino a 20 milioni) l’agevolazione è pari 10% sia per il 2021 sia per il 2022;
- per quanto riguarda i software 4.0, l’aliquota sale dal 15% al 20% e il massimale da 700mila euro a 1 milione (soltanto nel 2021);
– il credito d’imposta per la Ricerca e Sviluppo sale da 12 al 20% con massimale da 3 a 5 milioni;
– il credito d’imposta per l’innovazione tecnologica sale dal 6% al 10% (al 15% per i progetti legati a sostenibilità economica e digitale) con massimale d 1,5 a 3 milioni;
– il tax credit per design e ideazione estetica viene incrementato dal 6% al 15% con massimale da 1,5 milioni a 3 milioni;
– tra i costi ammissibili nella formazione verranno inserite anche delle spese dirette per la formazione dei dipendenti e degli imprenditori.